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Lo screening prenatale per la sindrome di Down: marcatori biochimici


I test di screening per la sindrome di Down si basano sulla misurazione di marcatori, parametri peculiari espressi in gravidanza rilevabili nel siero materno o evidenziabili con l'ecografia che assumono valori differenti nella maggior parte delle gravidanze in cui il feto è affetto da anomalia cromosomica. I valori dei marcatori consentono di modificare la stima del rischio di sindrome di Down, noto a priori in quanto legato all'età, e di personalizzarlo.

I test di screening, hanno efficienza più elevata rispetto al datato criterio età materna e sono ben accetti dalla maggior parte delle gestanti poiché sono informativi per le donne di tutte le età.

I marcatori biochimici più comunemente utilizzati sono:

1. la alfa-fetoproteina ( AFP ), principale proteina del plasma fetale simile all'albumina, è prodotta dal sacco vitellino embrionale e poi dal fegato fetale; a 15-20 settimane è più bassa ( del 30% circa ) nella gravidanza con feto affetto;

2. la gonadotropina corionica umana ( hCG ), glicoproteina dimerica, è composta da due sub-unità alfa e beta, ed è prodotta dal trofoblasto; a 15-20 settimane è tipicamente più elevata ( circa doppia ) nella gravidanza con feto affetto;

3. la sua frazione beta libera (free beta-hCG) che è più elevata ( circa doppia ) nella gravidanza con feto affetto;

4. l'estriolo libero o non-coniugato ( uE3 ), è prodotto a livello placentare dalla trasformazione di un ormone steroideo fetale; a 15-20 settimane è più basso ( del 30% circa ) nella gravidanza con feto affetto;

5. l'inibina A ( Inh-A ), è una glicoproteina placentare che tra le 15 e le 20 settimane ha livelli aumentati del 70-80% in caso di gravidanza affetta;

6. la proteina plasmatica A associata alla gravidanza ( PAPP-A ), enorme macromolecola glicoproteica costituita da più frazioni, che è prodotta dal trofoblasto in quantità molto minori ( del 60% circa ) se la gravidanza è affetta;

Il marcatore ecografico più diffusamente utilizzato è la misura dello spessore dei tessuti molli retronucali, la cosiddetta translucenza nucale ( NT ) che appare aumentata, circa doppia, negli embrioni affetti da sindrome di Down: tale caratteristica è evidente tra le 11 e le 13 settimane e la misura deve essere eseguita in tale periodo.

Per i marcatori, non è possibile fornire intervalli di valori normali a cui fare riferimento, poiché tutti evolvono con l'età gestazionale; però per ogni età gestazionale esiste un valore mediano che viene assunto come valore ottimale e tutte le misurazioni vengono rapportate ed esso nel Multiple of the Median, o MoM. I programmi specifici di verifica esterna di qualità ( VEQ ) valutano sia i livelli degli analiti che quelli dei MoM che quello del rischio calcolato.
I marcatori vengono correntemente utilizzati in associazioni predefinite che richiedono tutte la datazione ecografica.

I più utilizzati test di screening prenatale per la sindrome di Down sono attualmente:

il test combinato: il dosaggio di PAPP-A e free beta-hCG si esegue a 11-13 settimane contestualmente ad un esame ecografico per la misura della lunghezza vertice-sacro dell'embrione e la misura ecografica della translucenza nucale, da parte di operatore accreditato da idonea società scientifica e sottoposto a specifica VEQ; il test integrato: alle gestanti sottoposte ad esame ecografico ed idonea misura di NT ( come per test combinato ), si eseguono il dosaggio di PAPP-A a 11-13 settimane e poi il tri-test ( o quad-test ) a 15-18 settimane con espressione del rischio solo dopo il secondo prelievo;

il test integrato biochimico: alle gestanti sottoposte ad esame ecografico per la sola datazione nel I trimestre si eseguono dosaggio di PAPP-A a 11-13 settimane e poi il tri-test ( o quad-test ) a 15-18 settimane con espressione del rischio solo dopo il secondo prelievo;

il tri-test: dosaggio di AFP, uE3, hCG ( o free beta ) a 15-18 settimane;

il quad-test: dosaggio di AFP, uE3, hCG ( o free beta ) e Inh-A a 15-18 settimane di gravidanza.

I test di screening che comprendono il dosaggio di AFP nel secondo trimestre consentono di valutare anche il rischio per la spina bifida aperta, principale forma clinica dei difetti del tubo neurale.

I diversi tipi di test differiscono anche per la diversa efficienza. Per esempio, la sola misura della translucenza nucale oppure i test di screening a due soli marcatori ( PAPP-A e free beta-hCG o duo-test del I trimestre e AFP ed hCG o bi-test del II trimestre ) non compaiono nell'elenco perchè non dovrebbero più essere utilizzati in quanto meno efficienti degli altri. ( Xagena2008 )

Dall’Amico D, Ligand Assay, 2008


Diagno2008 Gyne2008 Pedia2008


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